N. 1 La casa di Caterina Percoto
Caterina Percoto, una donna moderna
Caterina Percoto nasce a San Lorenzo di Soleschiano il 12 febbraio 1812. Suo padre è il Conte
Antonio Percoto, proprietario terriero, e sua madre Teresa Zaina: con Caterina ci sono altri sei
fratelli, tutti maschi. Nel 1821 muore il padre e la famiglia si stabilisce a Udine dove l’autrice, per la prima educazione, viene mandata al Monastero di Santa Chiara, l’attuale Educandato Uccellis,
grazie all’intercessione della sorella del Conte Percoto che era suora nel convento. Caterina stessa scrive nel suo diario che sua madre non avrebbe mai scelto un’educazione in convento per lei se la famiglia non si fosse trovata in grossi problemi finanziari – già dai primi anni della vita di Caterina, sua madre si mostrerà una donna intelligente e moderna, fiduciosa nelle capacità della sua unica figlia femmina per la quale desidera una preparazione più concreta e utile ad affrontare la vita rispetto a quella data alle ragazze in quel tempo.
Gli anni del convento sono anni duri per Caterina sia a causa del suo mezzo sangue (Teresa Zaina non era infatti nobile e il fatto nel convento era noto anche alle educande) che dell’ambiente chiuso e retrogrado di Santa Chiara. Durante questi anni, però, Caterina si appassiona alla lettura e allo studio, cominciando a formulare un suo pensiero autonomo sull’educazione, soprattutto femminile. Uscita dal convento nel 1833 e raggiunta la famiglia a Udine, grazie alla madre riesce a continuare i suoi studi da autodidatta imparando da sola il latino, il tedesco e il francese oltre che approfondire gli studi classici e letterari.
Nel 1836 la famiglia torna a Soleschiano dove Caterina si dedica alla madre mal ferma e alla
conduzione della casa, oltre che agli studi e alla stesura delle sue prime novelle che verranno poi
pubblicate dal 1838 in avanti sul settimanale ‘La Favilla’ diretta da Francesco Dall’Ongaro e Pacifico Valussi.
Nel 1845 viene pubblicata la novella Lis Cidulis: scene carniche sotto forma di libro per i
tipi del Loyd Austriaco. In questo periodo, le collaborazioni con giornali e riviste diventano molto
assidue: la vediamo pubblicare sulla Rivista Europea, numerose riviste locali e soprattutto sul
Giornale di Trieste dove è presente con due articoli e una novella, ‘La donna di Osopo’, che
denuncia le violenze perpetrate in Friuli dai soldati austriaci. Nel 1854 muore Teresa Zaina
lasciando i terreni più redditizi al fratello Costantino e a Caterina quelli con maggiori problemi,
sicura che la figlia sarebbe stata in grado di risolverli.
Il 1856 è l’anno dei viaggi che vedono l’autrice prima a Torino, ospite della famiglia Antonini dove
conosce Niccolò Tommaseo, e poi a Milano dove frequenta il circolo patriottico-intellettuale del
Maffei tra cui c’è anche Carlo Tenca. Pur occupandosi sempre di più delle sue terre, introducendo
nuove tecniche di cultura e allevamento, Caterina continua a scrivere ed è del 1858 il suo primo
libro di novelle pubblicato, i Racconti: sarà l’editore Le Monnier di Firenze a stampare l’opera dopo lunghe ‘battaglie’ con l’autrice assolutamente determinata a non cambiare ‘una virgola’ dei suoi manoscritti. La prefazione sarà di Niccolò Tommaseo.
Del 1861 è l’importante viaggio a Firenze, dove è ospite di Marina Baroni e incontra personaggi
importanti come Raffaello Lambruschini e Gino Capponi: durante la sua permanenza nella città , la Percoto cercherà di mettersi d’accordo con Le Monnier per una seconda edizione dei suoi racconti ma la trattativa non andrà a buon fine. Quest’opera vedrà la luce solo nel 1863 per i tipi dei fratelli Bottaro di Genova che vi includono anche il corpus delle novelle in friulano, fino ad ora apparso in modo sporadico su giornali locali.
Nel 1864, la collaborazione con La ricamatrice – il giornale delle famiglie fa sviluppare in modo più uniforme il pensiero pedagogico della Percoto che vi pubblica alcuni brevi racconti destinati ai
ragazzi e alle ragazze oltre a tenere la posta con le lettrici. Di questo anno è anche il libro Dieci
Raccontini per Fanciulle edito da Weis.
Nel 1865 la Percoto vende le sue terre all’amico Jacopo Serravallo, un farmacista di Trieste che le permette comunque di restare a Soleschiano, e questo le lascia il tempo di prendere parte in
modo attivo nella politica italiana: sarà lei ad accogliere Garibaldi a Udine con un discorso ufficiale e potrà recarsi a Roma per assistere ad una seduta del parlamento italiano come ispettrice degli educandati veneti.
La sua salute comincia però a deteriorare in modo implacabile e questo costringe Caterina a
rinunciare anche all’offerta di divenire ispettrice degli istituti scolastici femminili dell’Alta Italia,
suo grande sogno da sempre. Le sue novelle vecchie e nuove vengono pubblicate dall’editore
Carrara di Milano (1878, 1880, 1883) mentre, ormai gravemente ammalata, Caterina spira nella
sua casa di San Lorenzo di Soleschiano il 15 agosto 1887.
Lei avrebbe voluto essere sepolta nel suo paese, ma il Comune di Udine la volle nel Cimitero
Monumentale della città , proprio sotto alla tomba di Pietro Zorutti…
Caterina Percoto ‘Imprenditore’
Nel 1854, con la morte della madre, Caterina riceve in eredità le terre di famiglia più gravemente compromesse da debiti e da una conduzione non appropriata.
Dopo i primi passi mossi seguendo quelli che erano i metodi di coltivazione e di allevamento
tradizionali, Caterina decide che ‘ho bisogno di gente che lavori, quindi il fattore e il gastaldo li
faccio da me’. L’autrice subito si muove su più fronti, affiancata dagli amici liberali convinti della
necessità di uno svecchiamento in tutti gli aspetti legati alle campagne. Si abbona anche a
numerosi giornali dedicati come L’amico del contadino o il Bullettino dell’Associazione Agraria. La
sua attività comincia con la costruzione di una diga sul Natisone per evitare le regolari esondazioni del fiume che ogni anno falcidiavano i campi coltivati appartenenti alla famiglia Percoto. Per l’allevamento, introduce nuove specie di animali come le gallinelle ‘razza america’, le vitelline di razza Swift antesignane della pezzata rossa friulana ed arriva fino ad acquistare dei bachi da seta dalla Transilvania, in quanto considerati più resistenti al freddo e all’umidità . Per i campi, introduce la coltura a rotazione e il riposo ad erba medica per le singole zone oltre ad incentivare gli alberi da frutto. Nelle terre ricevute in eredità , Caterina ha anche un mulino per il quale pensa di introdurre la macinazione all’inglese: questo progetto però non avrà seguito. L’attività della Percoto come imprenditore agrario incontrerà molte difficoltà legate soprattutto al suo essere donna all’interno di un contesto rigorosamente maschile e che le portò non pochi problemi legati alla scarsa credibilità e leadership all’interno della cerchia dei contadini che lavoravano per lei.
Caterina Percoto Intellettuale
Caterina Percoto passò praticamente tutta la vita a San Lorenzo di Soleschiano. Attraverso una fitta corrispondenza e una rete di conoscenze, però, riuscì a prendere parte al mondo intellettuale del suo tempo. Amici cordiali erano per lei Francesco Dall’Ongaro (poeta e mazziniano, responsabile della rivista La Favilla), Pacifico Valussi (giornalista e direttore di diversi giornali tra cui L’osservatore triestino), Prospero Antonini (presidente dell’Associazione Agraria di Udine), Carlo Tenca e Niccolò Tommaseo. Conobbe per via epistolare anche Giosuè Carducci, con il quale aveva in sospeso un incontro in Carnia che però non avvenne mai e Giovanni Verga, che le inviò personalmente il suo romanzo Storia di una Capinera. Ma tra i suoi interlocutori troviamo anche Raffaello Lambruschini, Gino Capponi e molte donne presenti attivamente nel mondo della cultura italiana come Erminia Fuà Fusinato e Marina Baroni.
Caterina Percoto linguista e traduttrice
Caterina è una donna assetata di sapere e innamorata delle lingue. Da sola, durante gli anni udinesi dopo l’educazione al Convento di Santa Chiara tra il 1833 e il 1836, impara il latino, il francese e il tedesco (ricordiamo che in questi anni la figura della madre, Teresa Zaina, è fondamentale per gli studi di Caterina: sarà lei ‘a lasciarle il tempo’ allontanandola dalla cura della casa e a procurarle i libri necessari). Prova dell’alto livello raggiunto è il suo esordio su La Favilla dove il suo commento puntuale alla traduzione del cav. Andrea Maffei di un passo del Messia di Klopostock denota un’altissima conoscenza non solo della grammatica della lingua tedesca ma anche della realtà letteraria in cui l’autore si posiziona. Negli anni, l’autrice pubblicherà diverse traduzioni tratte dal Messia di Klopstock: ‘Il giudizio di Abbadona’ su La Favilla 1840, ‘Giovanni e Giuda’ su Strenna Friulana 1844, ‘Dal Canto duodecimo della Messiade’ 1845, ‘Scene bibbliche – Debbora’ su Strenna Friulana 1845, ‘Ruth e Noemi’, ed Trombetti Udine 1846: ‘La Messiade tradotta da Caterina Percoto’ verrà pubblicata postuma su Pagine Friulane nel 1888.
Caterina Percoto si impegnerà anche a ricercare la lingua friulana ‘D.O.C.’ affiancandosi agli studi
coevi di Jacopo Pirona.
Caterina Percoto ‘Militante’
I fatti del 1848 vedono Caterina in prima fila nel condannare i dolori
inflitti dai soldati austriaci al popolo friulano. Del 22 ottobre 1848 è l’articolo ‘Non una sillaba oltre
al vero’ pubblicato sul Giornale di Trieste dove l’autrice fa un freddo resoconto di quello che lei ha
realmente visto nei paesi vicino a Soleschiano. Seguono inoltre diverse novelle come ‘La donna di Osopo’, il racconto struggente di una madre che cerca di fuggire dalla cittadella di Osoppo sotto assedio per cercare da mangiare per i suoi figli (per questo racconto la Percoto rischiò il carcere!), oppure ‘La coltrice nuziale’, legata strettamente all’incendio del paese di Jalmicco. Caterina però non riesce per natura a non dare uno spunto di speranza e un pensiero positivo anche alle situazioni più tragiche e, nelle parole della ‘fraile’ Cati, immagina quanto ‘bella sarebbe l’unione di sangue tra due popoli amici. Sarebbe preludio di quell’alleanza che nel cospetto di Dio stringerà un giorno come tante sorelle le nazioni della terra’: la pace in tutta la terra… un pensiero
incredibilmente moderno per una donna vissuta sempre nella sua Soleschiano in pieno ottocento!
Il dolore per la scissione tra i popoli ritorna anche in una riscrittura in friulano de ‘Lis striis de
Germanie’, dove le fate di Germania piangono perché non si possono più incontrare sul confine
con le fate friulane e quelle carniche…
Caterina Percoto Educatrice
Fin da ragazza, uno dei convincimenti più sentiti è quello dello studio, visto come mezzo per raggiungere una vita più consapevole e appagante. Già nel 1852, l’autrice prende con sé i tre figli orfani del fratello e a loro si dedicherà con cura, cercando di dargli una buona educazione. Nel tempo, si occuperà molto anche dell’educazione femminile in cui vede non solo un riconoscimento sociale ma anche il raggiungimento della vita vera, quella dell’anima. I suoi
scritti pedagogici cominciano ad apparire alle stampe, sia come novelline per bambini pubblicate
principalmente dall’editore Lampugnani di Milano, che racconti dedicati proprio alle ‘fanciulle’
(Dieci raccontini per fanciulle, 1864). Nel 1871 il ministro dell’istruzione Cesare Correnti la nomina
ispettrice per gli educandati veneti, incarico che terrà per un anno e mezzo. Viene inoltre invitata a importanti eventi come il congresso pedagogico di Venezia, al quale però non potrà partecipare
per ragioni di salute. L’artrite e altri disturbi le proibiranno anche di diventare ispettrice degli
istituti scolastici femminili dell’Alta Italia.
Piccola curiosità : la maggior parte delle conoscenze e delle pubblicazioni che Caterina Percoto
riuscì ad ottenere furono il frutto di contatti epistolari. Solo nella Biblioteca di Udine sono
conservate più di 10.000 copie di lettere inviate dall’autrice, per non parlare di quelle ricevute. Con le poste attuali questo sarebbe stato impossibile: nell’ottocento italiano, invece, una lettera inviata la mattina poteva già ricevere risposta la sera. La rete era capillare e, malgrado le strade
dissestate e gli inconvenienti atmosferici, funzionava a meraviglia.
Pagina aggiornata il 26/02/2025